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Reparto maternita’ - ultima parte


E il collo dell’agente si spezzò in due come un ramoscello secco. I suoi compagni aprirono il fuoco, ma Jeremy era scomparso di nuovo e riapparso dietro di loro. Quello a destra, per la precisione, che crollò a terra con una rotula spappolata subito dopo. Ci furono altri spari e altre grida di dolore, ma non durarono a lungo; non più di sei o sette secondi.

- Ne arriveranno altri. Dobbiamo muoverci! -
- Manca molto? -
- Un paio di rampe e due corridoi. Non molto. -
- Merda. Noi avere dimenticato una cosa... -
- Cosa? Che cosa?! -
- Cosa fare noi se incontra pattuglia durante viaggio di ritorno? -
- Vovolja ti sembra il momento? Pensiamo a uscire di qui! -
- No, è problema serio! Noi tutti sporchi di sangue, e vescovo detto me non più di venti morti. -
- Venti? Ma ne abbiamo fatti fuori solamente sette! -
- E i bambini non li conti? Erano tredici lettini...abbiamo già esaurito il bonus! -
- Okay, okay ci penseremo più tardi. Continuate a correre! -
- Jeremy è quella la finestra? -
- Si, si è quella! Al mio segnale!...uno...due.. -

La finestra al terzo piano esplose in una miriade di frammenti di vetro. Jeremy, Teodoro e Vovolja atterrarono sul lastricato dopo un volo di sette metri distruggendo un cestino dei rifiuti e una barella dimenticata da un portantino distratto. Si rialzarono coperti di schegge conficcate ovunque, ma dato che avevano avuto l’accortezza di ripararsi il viso l’evidenza del problema riguardava più che altro le mani e il collo. Continuarono quindi come se niente fosse verso il parcheggio, saltarono in macchina e partirono a tutto gas in direzione Lucca. Dopo un paio di chilometri, quando ormai si sentivano al sicuro, l’atmosfera si rilassò, e tutti presero coscienza di aver svolto il lavoro in maniera ineccepibile. Già si pregustavano i complimenti del vescovo e il rispetto degli altri sabbat.

- Vovolija...-
- Si, tu dici me. -
- Ma allora come la mettiamo con la pattuglia, nel caso che... -
- Fanculo. Noi è guerrieri di Sabbat in fondo, no matematici. -

***

Il Vescovo Tzimisce Leonardo Grimaldi ricevette il capobranco Vovolija Vasilev degli Zantosa poco prima dell’alba. Sapeva che avrebbe avuto buone notizie; i membri del branco avevano già cominciato a vantarsi in giro, inneggiando al branco più figo di tutti i tempi (il loro ovviamente) ma non voleva comunque privarsi del piacere di un resoconto dettagliato.

- Eccomi a rapporto Vescovo. Missione andata molto bene. -
- Me ne compiaccio. Problemi? -
- Nessuno. Jeremy è veterano e Teodoro professionista consumato. Loro fa molta scena in rifugio, ma durante operazione rigare dritto. -
- Molto, molto bene. Ho seguito personalmente i successi del tuo branco, Vovolija, e sono soddisfatto. Quanti morti? -
- Quasi venti. -
- “Quasi” venti? Che significa “quasi”? -
- Noi ha investito per sbaglio una vecchia durante viaggio di ritorno. Io crede lei ubriaca. -
- Va bene, va bene, soprassediamo...in fondo non è niente di grave. Piuttosto...avete lasciato un avvertimento chiaro, come avevo ordinato? -
- Si certo. Io provveduto personalmente. Ecco, tutti i cadaveri ha questo saldato in propria carne. -

Il capobranco teneva qualcosa su palmo della mano. Il vescovo si avvicinò, incuriosito, per dare un’occhiata; sembrava una specie di placchetta d’osso con un incisione. La prese tra le mani e la scrutò con attenzione, poi scoppiò in una risata feroce.


VOI SIETE TANTI
MA
IO SONO PAZZO


FINE.

Reparto Maternità é il primo di una serie di racconti in cui Lorenzo "Caleb" Giovannelli, da anni giocatore e narratore di GrV, porta in forma scritta l’esperienza della cronaca lucchese di Gioco di Ruolo dal Vivo Vampiri: il Sabbat.
La narrazione ludica collettiva, al termine del gioco, diventa racconto, in un processo creativo che dalla recitazione sfocia nella scrittura.

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